DISEGNA TU CIO’ CHE VEDO IO.

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E’ un gioco adatto a partecipanti dai 16 anni in su. Si basa sulla capacità di lavorare insieme, perché i ruoli assunti in questa simulazione giocosa sono complementari rispetto al raggiungimento del risultato. Importante: dare un tempo finito allo svolgimento dell’attività e regole chiare, ma non necessariamente complete.

  • Durata:
    30 minuti.
  • Numero di partecipanti:
    da 10 a 50, dipende dallo spazio a disposizione, purché in numero pari.
  • Grado di difficoltà:
    medio-difficile.
  • Materiali:
    un foglio e una penna per ogni coppia di partecipanti; una slide da proiettare con un’immagine.

Fase 1

Il facilitatore sceglie un’immagine con le seguenti caratteristiche:

  • deve essere molto ricca di oggetti facilmente riconoscibili;
  • deve essere disegnata, nero su sfondo bianco;
  • deve rappresentare una scena: uno o più soggetti fanno qualcosa con uno scopo.

Prima di proiettare l’immagine, dispone n coppie di sedie schienale contro schienale, facendo in modo che una delle due consenta a chi è seduto di vedere chiaramente l’immagine che verrà proiettata, mentre l’altra guarda nella direzione opposta. Le coppie di sedie devono essere distanti le une dalle altre, così non si può copiare.

Fase 2

Il facilitatore, divide i partecipanti in n coppie, li fa sedere e consegna a quelli che danno le spalle alla parete su cui verrà proiettata l’immagine carta e penna. A questo punto proietta l’immagine sullo schermo o sulla parete e inizia a contare 10 minuti durante i quali chi non vede l’immagine proiettata la disegni sul foglio affidandosi solamente alla descrizione fatta dal compagno che invece può vederla.

Fase 3

Allo scadere dei 10 minuti vengono ritirati tutti i fogli ed esposti su un’altra parete. Tutti i partecipanti potranno ora vedere sia l’immagine proiettata sia quanto gli altri hanno compreso e saputo comunicare.

Nota

Questo gioco, di semplice ed economica esecuzione rivela molto del modo in cui guardiamo le cose e del modo in cui comunichiamo con gli altri. A volte, per paura di perdere tempo, trascuriamo di soffermarci sul contesto (nel caso del gioco è la comprensione della scena complessiva) e diamo informazioni dettagliate che se non inquadrate correttamente non generano conoscenza ma confusione.

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