A seguito dell’iscrizione del CEAS istituito presso il Comune di Narbolia, denominato “Sinis Montiferru”, è stato aggiornato il Registro Regionale dei Centri di educazione all’ambiente e alla sostenibilità (RERC) – sez. A “CEAS non accreditati”.
Categoria: Comunicazione
Graduatoria dei progetti idonei CEAS
Graduatoria dei progetti idonei a valere sul Bando per il finanziamento di progetti di educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale, destinato agli Enti pubblici titolari di CEAS della rete INFEAS – annualità 2024, di cui alla D.G.R. n. 4/132 del 15.02.2024.
CEAS APERTI 2024 – Insieme per le terre del futuro – III° EDIZIONE
Dal 24 Settembre al 15 Ottobre torna CEAS Aperti, l’evento di carattere regionale che coinvolge i nostri Centri di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità della Sardegna.
Questa terza edizione, la più ricca di sempre, vedrà protagonisti ben 45 CEAS che per l’occasione hanno creato un ricco calendario di attività gratuite con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dei cittadini sulle tematiche ambientali cruciali dei tempi moderni.
Nuovo Regolamento SIQUAS
Progetto SIQUAS – nuovo Regolamento, Patto etico e Sistema di Indicatori di Qualità Sardegna della rete INFEAS.
Continue readingIncendi e Cambiamenti Climatici
L’incremento sempre più frequente e distruttivo degli incendi boschivi rappresenta una grave minaccia per la biodiversità e per la vita umana.
Gli incendi boschivi, nell’attuale contesto climatico, sono un problema destinato a complicarsi ed aggravarsi nei prossimi anni.
Continue readingMateriali & Strumenti
Comunicare e comunicare l’ambiente: spunti, curiosità e aggiornamenti, presenti in questa sezione, offrono la possibilità di approfondire metodi e tecniche per una comunicazione efficace.
Documentazione consultabile:
Qualità PA – Come comunicare in modo efficace l’ambiente
La comunicazione ambientale: alcuni modi di intenderla e possibili direzioni di sviluppo
QUATTRO PAROLE
E’ un’attività molto semplice che può aiutare a ragionare su come si generano i conflitti e su come evitare situazioni di stallo. È un esercizio che richiede abilità negoziali ma anche umiltà, caratteristiche che vengono messe alla prova in qualsiasi tipo di rapporto umano, non solo lavorativo.
- Durata:
almeno 60 minuti. - Numero di partecipanti:
da 4 a n, purché in numero pari. - Grado di difficoltà:
facile. - Materiali:
un orologio da muro o timer, carta e penna per ogni partecipante.
Fase 1
L’organizzatore pensa a un tema (spazio alla fantasia, ma sarà più divertente qualora fosse un tema con il quale il team si confronta ogni giorno). Immaginiamo che sia “conflitto” oppure “collaborazione” o ancora “cambiamenti climatici”.
Fase 2
Ciascun partecipante deve scrivere su un foglio di carta quattro parole che associa al tema scelto (se parliamo di “cambiamenti climatici” possono essere “automobili” ,“bicicletta”, “allevamenti”, “inquinamento”).
Fase 3
A questo punto, vanno formati i primi team composti da due persone. In un tempo stabilito (10 minuti), si dovrà arrivare a identificare quattro parole, tra quelle scelte da ciascuno, che identifichino al meglio il tema. Il team di due componenti incontrerà, poi, un altro team da due componenti per svolgere lo stesso lavoro, nelle stesse condizioni di limiti di tempo. Si proseguirà così, fino a che tutto il gruppo di lavoro non si riunirà per confrontarsi sulle quattro parole.
Nota
I team che non riusciranno a trovare un accordo nel tempo limite, saranno eliminati dall’esercizio. Questo elemento forzerà i gruppi di lavoro ad aggirare gli stalli derivanti da contrapposizioni sterili ed evitare l’escalation del conflitto, per trovare compromessi accettabili.
PUBLIC SPEAKING
La capacità di parlare in pubblico non s’improvvisa. Richiede una preparazione preliminare sia dal punto di vista dell’elaborazione dei contenuti che delle regole per gestire una comunicazione efficace con i diversi tipi di uditorio a cui dovrete rivolgervi e delle situazioni che si presenteranno.
- Durata:
da 1 minuto a 60 minuti e più - Numero di partecipanti:
almeno 10 - Grado di difficioltà:
media/difficile - Materiali:
lavagna o cartellone o diapositive
Fase 1
Individua la tipologia di persone a cui è destinata la tua comunicazione (fascia di età, esperienza formativa, numero potenziale, genere, professione, interessi …) e le caratteristiche dello spazio in cui avrà luogo il tuo intervento. Questo è un passo fondamentale per superare la paura, molto comune, di parlare in pubblico, perché sapere chi si ha di fronte e quali sono le condizioni logistiche ti aiuta ad acquisire familiarità con questa attività.
Fase 2
Prepara il tuo discorso. Scrivilo anche, ma non per impararlo a memoria o leggerlo, bensì per tenere a mente i concetti chiave e l’ordine in cui ritieni che sia più conveniente ed efficace esporli. Imparare il discorso a memoria può essere controproducente per due ragioni: un vuoto momentaneo rischia di generare panico e la presentazione potrebbe risultare fredda e asettica. Anche se lo hai scritto, evita di leggerlo: il tuo sguardo deve essere rivolto prioritariamente al pubblico non a un foglio, né allo schermo di un pc o a una diapositiva.
Fase 3
Introduci te stesso: racconta brevemente alla platea chi sei, così da creare attesa per quello che dirai. Più appari “esperto” e smart, più avrai la possibilità di conquistare l’attenzione del pubblico. Anche il tono con cui ti presenti è importante: non devi sembrare severo, critico e distaccato, perché rischi di inibire la tentazione di farti domande o chiedere approfondimenti. Potresti bruciarti la possibilità di rendere più coinvolgente la tua presentazione.
Fase 4
Se il tuo intervento dura oltre i 15 minuti, accompagnalo con un supporto visivo (slide) che aiuti il pubblico a fissare il concetto che stai esprimendo. Puoi usare immagini emblematiche, parole eloquenti, brevi filmati, disegni o grafici. L’importante è che:
– tutti possano vedere senza sforzo ciò che proietti;
– la slide non sia piena di scritte: nessuno le leggerà mai, men che meno tu perché sembrerebbe che non controlli bene l’argomento;
– la tipologia di carattere, il colore e la dimensione non devono creare un carosello confuso. Ordine, sintesi e sobrietà sono gli ingredienti di base per una chiara esposizione.
Fase 5
Dichiara da subito di cosa parlerai. Se la presentazione dura più di 30 minuti, richiama ogni tanto il quadro generale e indica all’uditorio a che punto sei e non perda il filo del discorso. E non perderlo neppure tu. Alleggerisci l’esposizione con qualche battuta, con un sorriso, con un riferimento alla tua esperienza personale o con un cambio di tono.
Non dimenticare le conclusioni, seguite, se c’è spazio, da un invito a fare domande. Lascia nell’ultima slide i tuoi riferimenti (indirizzo del tuo sito web o un indirizzo di posta elettronica professionale).
PIANO DI COMUNICAZIONE E MARKETING
In un mondo di offerte così ricco e diversificato, non basta fare bene: occorre saperlo comunicare. E’ importante per distinguersi, fidelizzare le persone, misurarsi con la concorrenza, far parlare di sé innescando un virtuoso passaparola che faccia da cassa di risonanza delle nostre attività. Molti sono gli strumenti a disposizione. Bisogna scegliere e sfruttare quelli più adatti a noi.
- Durata:
da 1 a 3 anni - Numero di partecipanti:
almeno 3 - Grado di difficioltà:
difficile - Materiali:
non specificato.
Fase 1
Individua le tue risorse, sia economiche che umane. Conoscere il proprio budget è fondamentale, ma ricorda che se tu hai l’obiettivo di far parlare di te, ci sono molti che hanno bisogno di trovare notizie di cui parlare (giornalisti, blogger, esperti, …). Bisogna attrarre il loro interesse. Come? Comunicando su notizie su temi che attraggono il pubblico. Ci sono molte attività comunicative che puoi fare a costo zero, a patto che ciò che tu vuoi sia rilevante per altri oltre che per la tua azienda. Per attrarre l’attenzione non basta saper fare: bisogna far parlare di sé.
Fase 2
Mezzi di comunicazione: un’ampia scelta.
Per una comunicazione efficace occorre prima di tutto scegliere quale canale è il più adatto per il tipo di informazione che si vuole diffondere. I principali canali sono raggruppabili in due grandi box:
– tradizionale: carta stampa, radio, partecipazione a eventi;
– innovativo: siti web specializzati e portali social.
Premessa fondamentale è comunque la costruzione di un proprio sito web e/o di una pagina Facebook istituzionale. Assicurati che siano vive: peggio che non avere una pagina Facebook , c’è una pagina non aggiornata.
Fase 3
Mezzi di comunicazione tradizionali.
Presuppongono una fase preparatoria di networking, ovvero gestione delle reti di contatti. Queste si possono costruire informalmente, partecipando agli eventi giusti, anche in qualità di spettatori, oppure formali, inviando materiali e informazioni a testate giornalistiche e radiofoniche per stimolare la loro curiosità verso le attività che si compiono.
Per quanto attiene agli eventi, invece, è consigliabile di promuovere collaborazioni con i vari enti istituzionali che operano nel territorio dei CEAS.
Fase 4
Mezzi di comunicazione innovativi.
Quando si parla di social media, si pensa a Facebook, Instagram, Twitter, Linkedin. In realtà ciascuno ha le proprie caratteristiche: per non sprecare risorse scegli quello che meglio raggiunge il target dei vostri destinatari. In ogni caso tutti presuppongono una comunicazione agile caratterizzata da:
– brevità: mai snocciolare tutta la notizia nel post. Basta un titolo che acchiappa l’attenzione e 2-3 righe di commento. Meglio rimandare a un link per gli approfondimenti;
– linguaggio semplice, corretto e sintetico.
– un’immagine emblematica;
– uso di hashtag.
Fase 5
E la comunicazione interna? E’ fondamentale che all’interno dell’organizzazione tutti i membri siano informati di cosa succede: sono loro i primi a veicolare le informazioni e a tenere gli occhi aperti su cosa fa la concorrenza. Conoscere le strategie in corso e le progettazioni in atto aiuta a stimolare una maggiore intraprendenza e partecipazione. Due strumenti immancabili sono:
– la rassegna stampa che selezioni le notizie di interesse che arrivano da fuori;
– un cloud di documenti condivisi in modo che ciascuno possa accedere sempre alla versione più aggiornata.
LABORATORIO: FINALE A SORPRESA
Scopo delle attività è favorire la conoscenza reciproca attraverso strumenti informali e giochi che portino le persone ad aprirsi in modo quasi inconsapevole. E’ previsto che ci sia un performer teatrale a guidare le azioni dei partecipanti.
- Durata:
2 ore e 15 minuti. - Numero di partecipanti:
da 10 a 40, divisi in gruppi di 5/6 persone. - Grado di difficioltà:
>medio. - Materiali:
cartoni, forbici, pennarelli.
Fase 1
I partecipanti vengono suddivisi in gruppi. A ciascun gruppo vene chiesto di disegnare una sagoma su un cartellone e di attribuire a questo personaggio di fantasia specifiche caratteristiche psicologiche e fisiche.
Fase 2
Il performer legge ai gruppi, nuovamente riuniti, una traccia che racconta di una visita ai Musei Vaticani, dove un personaggio si perde e trova una stanza chiusa. A ciascun gruppo viene chiesto di creare un finale per la storia usando il proprio personaggio.
Fase 3
I gruppi si dividono nuovamente e in ciascuno si lavora al finale immaginando come si comporterebbe il personaggio inventato.
Fase 4
I gruppi tornano in plenaria e ciascuno racconta, a parole o attraverso una scena teatrale, il proprio finale.
Fase 5
A tutti i partecipanti viene chiesto di sintetizzare la giornata con poche parole.
Nota
La breve traccia sulla visita ai Musei Vaticani può essere sostituita da altri contesti, purché il racconto si interrompa davanti a una “difficoltà” del protagonista e il finale sia aperto a tante soluzioni quanti sono i profili dei personaggi creati dai gruppi dei partecipanti e rappresentati nella sagoma.